Giardino di EDIACARA

IL GIARDINO o FAUNA DI EDIACARA

In varie parti del mondo, racchiuse in rocce vecchie anche più di mezzo miliardo di anni, si possono trovare strane impronte fossili spesso poco appariscenti e dalle forme più disparate. Studi approfonditi, condotti per lo più dopo gli anni ’50, hanno permesso di identificare queste impronte come resti di organismi pluricellulari a corpo molle risalenti al periodo Ediacarano (da qui la denominazione “il giardino o fauna di Ediacara”, dal nome di una delle località più famose per questi ritrovamenti – Ediacara in Australia).

Queste forme, risalenti al Proterozoico tra circa 620 e 550 milioni di anni fa, costituiscono il più antico ecosistema complesso fino ad ora scoperto, sistema sorto in un periodo di particolare abbondanza di ossigeno. La fauna di Ediacara sembrerebbe essere scomparsa poco prima della fine del Proterozoico, in relazione, si ipotizza, ad un improvviso evento anossico diffuso a scala mondiale, che rese la maggior parte dei fondali marini e oceanici inadatti alla vita.

A prima vista, molti di questi organismi fossili, non sembrano assomigliare a nessun essere vivente conosciuto rendendo la loro interpretazione spesso oggetto di accese dispute e continue modifiche nel mondo scientifico. Alcune forme possono ricordare gli odierni crostacei, molluschi, anemoni di mare, ricci e stelle marine, mentre altre restano maggiormente ancora da chiarire. L’interpretazione più diffusa mostra forme gelatinose ed immobili che si nutrivano e respiravano per scambio diretto tra il corpo e l’ambiente circostante o per simbiosi con microorganismi; altre interpretazioni propongono invece una realtà diversa esistendo tracce di spostamento e di “pascolo” che dimostrano come questi organismi, o almeno alcuni di loro, fossero forme attive.

Esistono poche informazioni sulla reale “consistenza” e sulle loro strutture interne in relazione ai tipi di sedimenti in cui sono stati fossilizzati e ritrovati; la loro conservazione si deve probabilmente alle colonie batteriche, detti tappeti algali, che tappezzavano i fondali dell’epoca e che avvolgendo tali organismi hanno agito come una sorta di involucro protettivo nei confronti degli agenti naturali biodegradativi migliorandone così la possibilità di conservazione fino alla fase di fossilizzazione.

Tra i siti più famosi possiamo citare: le colline di Ediacara in Australia, le scogliere di Mistaken Point a Terranova, la foresta di Charnwood in Inghilterra e i giacimenti del Mar Bianco in prossimità di Arkhangelsk in Russia.

Foto dei calchi – Centro Studi Naturalistici

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