Il MARMO
Il marmo è una roccia metamorfica composta prevalentemente da carbonato di calcio (CaCO3) originatasi da processi di natura geologica che hanno portato alla ricristallizzazione di rocce sedimentarie preesistenti. Data la sua bellezza e qualità viene impiegato per i svariati usi, lo ritroviamo ad esempio in elementi artistici, nelle pavimentazioni residenziali e commerciali, nelle facciate di pareti, rivestimenti, bagni, cucine, come oggettistica, sculture artistiche, etc. e anche, data la sua natura chimica carbonatica, in molti altri settori industriali. Da un punto di vista commerciale sono classificati principalmente in base alla loro colorazione, dovuta all’assenza o presenza di impurità, e quando questa non è uniforme in base alla disposizione delle venature e zone di colore.
Nelle cave del bacino marmifero industriale di Massa e Carrara, che sorge in una porzione delle Alpi Apuane, catena montuosa situata a nord della Toscana, è possibile identificare sette macro varietà di marmo identificate in base alle colorazioni principali; ritroviamo il marmo Bianco, il Venato, l’Arabescato, il Calacata, il Bardiglio, il Cipollino e lo Statuario. Il marmo Bianco, il più classico, ha come caratteristica principale quella di contenere solo limitate quantità di impurezze; le lastre derivanti il taglio dei blocchi presentano dunque una pasta di fondo bianco-perlacea su cui, talvolta, sono presenti solo piccole venature grigiastre. La varietà denominata Venato presenta delle venature più marcate di colore grigio che attraversano una pasta di fondo bianca o anch’essa leggermente grigiastra. L’Arabescato presenta venature grigie ma, a differenza del precedente, disegnano sulla pasta di fondo una sorta di trama, come un arabesco; il Calacata, marmo molto pregiato e la cui reperibilità è abbastanza limitata, presenta invece venature di colore giallo crema su una pasta di fondo bianca o color avorio. Nel Bardiglio la colorazione di fondo risulta grigia per la diffusa presenza nella tessitura della roccia di finissimi cristalli di pirite; il Cipollino è così chiamato perché presenta delle striature molto marcate di colore grigio-verdastro che ricordano la struttura interna della cipolla. Infine troviamo lo Statuario, varietà molto pregiata ed utilizzata in scultura da grandi artisti storici per la sua colorazione bianco avorio e la sua particolare tessitura cristallina.
La bellezza di questo materiale, la sua lavorabilità, il suo uso e commercio sviluppato nel tempo, hanno reso il marmo ed in particolare quello apuano famosissimo in tutte le parti del mondo. Dietro un semplice materiale antico di millenni si cela un vero e proprio “mondo”, caratterizzato da normative specifiche, una economia importante, luoghi e metodi di lavoro sempre più all’avanguardia, uomini, aspetti di sicurezza e ambientali sempre più importanti.
CONSIDERAZIONI AMBIENTALI
In una coltivazione di cava le principali interferenze ambientali avvengono generalmente a discapito delle matrici quali suolo, sottosuolo ed acque e sono correlate per lo più ai processi produttivi ed alle metodiche di estrazione e lavorazione utilizzate; ad esempio si possono riscontrare potenziali impatti a causa di eventuali sversamenti di gasoli/oli utilizzati per i motori dei macchinari da taglio e/o per il rifornimento dei mezzi movimento terra, oppure a causa di processi connessi ad eventuali prodotti chimici utilizzati. L’alterazione dei parametri chimico-fisici quali pH, torbidità, solidi sospesi, conducibilità, ossigeno disciolto, potrebbe ad esempio derivare dalla dispersione dei fanghi delle vasche di decantazione delle acque di dilavamento superficiale dei piazzali di cava e dalle strade di arroccamento. Inoltre la generale presenza di zone di frattura nelle rocce presenti nell’area di cava può costituire una situazione di elevata vulnerabilità idrogeologica, potendo potenzialmente permettere una rapida infiltrazione delle sostanze contaminanti nel sottosuolo e nelle falde. Infine un ulteriore aspetto è rappresentato dalle polveri derivanti il taglio del marmo e della generale attività di cava (preparazione, coltivazione, ripristino morfologico), polveri che possono essere concentrate o diffuse. In relazione alle normative ambientali vigenti, alle nuove tecnologie di estrazione che riducono i materiali di scarto, all’utilizzo di macchinari all’avanguardia e costantemente revisionati, oltre alla sensibilità sempre più diffusa negli operatori del settore, vi è una attenta e continua miglioria degli aspetti ambientali in questi agri marmiferi, riducendo e migliorando, rispetto al passato, i potenziali aspetti e criticità. Ad esempio per diminuire i problemi delle acque meteoriche ricadenti nell’area di cava, compresi i piazzali di lavorazione e le strade di servizio interne, le stesse vengono, o sono in previsione progettuale, raccolte e trattate tramite un’adeguata rete di drenaggio e di scolo, anche per evitare il particolare carico solido che andrebbe velocemente a riversarsi nelle acque superficiali più a valle. La formazione di polvere durante molte operazioni, tra cui il taglio del materiale, viene attenuata e ridotta tramite una bagnatura e ulteriori dispositivi di sicurezza. Inoltre l’applicazione di attente gestioni dei piani di coltivazione, degli aspetti di sicurezza lavorativa, della progettazione, unitamente al monitoraggio geologico ed idrogeologico, il tutto effettuato da professionisti del settore, comporta una diminuzione del rischio di eventuali impatti sulle matrici ambientali presenti.
Gianluca Lattanzi

Paesaggio eccezzionale e ricco di storia.
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